Il piano di sostenibilità è uno dei principali mezzi attraverso cui le imprese manifestano il proprio impegno nell’integrazione della sostenibilità al proprio business. Non si tratta solo di una dichiarazione di intenti, ma di una presa di responsabilità che fa emergere nuove opportunità di crescita e allineare le proprie operazioni agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU (SDGs). Il piano di sostenibilità è quindi utile alla definizione di una strategia in grado di stabilire azioni concrete sulla base degli obiettivi aziendali, degli impegni assunti, degli stakeholder a cui si rivolge l’azienda e delle tempistiche a cui deve sottostare.
Circolarità e sostenibilità sono temi molto sentiti da consumatori e istituzioni, che esortano le imprese ad intraprendere azioni concrete in questa direzione. Per le aziende è quindi cruciale adottare un approccio di sviluppo sostenibile decisivo e costante.
1. Cos’è un piano di sostenibilità?
Il piano di sostenibilità è un documento attraverso il quale le aziende rendono nota la loro strategia di sostenibilità a stakeholder interni ed esterni. Si rivolge, quindi, a soggetti di diverso tipo: dipendenti, clienti, interlocutori come fornitori ed investitori, istituzioni ed enti pubblici, etc. Nel piano di sostenibilità, l’azienda esplicita come intende articolare e/o rimodulare il proprio operato per minimizzare ogni possibile fonte di impatto negativo.
Contiene temi, obiettivi, iniziative e attività che le imprese considerano cruciali al fine di ridurre il proprio impatto e migliorare le proprie operazioni in termini ambientali, sociali ed economiche. Queste attività si rivolgono a specifici stakeholder (o gruppi di stakeholder) definendo le modalità e le tempistiche utili al loro conseguimento. La definizione dei contenuti del piano avviene guardando ad un orizzonte temporale di medio-lungo termine e ad altri fattori quali la specificità del caso e del contesto di riferimento. In questo modo, è possibile accompagnare l’azienda in una graduale evoluzione volta alla sostenibilità, trasformando in un vero e proprio orientamento strategico.
2. Qual è la differenza tra piano di sostenibilità e report di sostenibilità?
È importante non confondere il piano di sostenibilità con il report di sostenibilità. Il primo, come già affrontato, è un documento attraverso il quale rendere nota la strategia di sostenibilità agli stakeholder interni ed esterni. Si delineano dunque iniziative e attività volte a incorporare la sostenibilità ambientale nel proprio modello di business per comunicarle all’esterno. Il report di sostenibilità, o bilancio di sostenibilità, è invece un documento che serve per misurare e comunicare le prestazioni e gli impatti di sostenibilità di un’impresa. Il report consente quindi di essere più trasparenti su rischi, benefici e impatti che derivano dall’operato dell’azienda e dalle performance aziendali relative all’obiettivo di sviluppo sostenibile.
Principale differenza è che il piano, nonostante segua le logiche CSR ed SDGs, non ha delle norme ben definite, mentre il report segue degli standard GRI per la rendicontazione e deve essere convalidato da ente terzo. Il piano viene quindi aggiornato annualmente, al fine di fissare nuovi obiettivi in un’ottica di miglioramento continuo, mentre il report viene redatto ogni anno.
Riassumendo, se il primo delinea una strategia con una visione di lungo termine, il secondo è un documento per l’analisi dei risultati. I due documenti, quindi, funzionano in sinergia e l’uno non esclude l’altro.
3. Come si fa un piano di sostenibilità?
Lo sviluppo di un piano di sostenibilità avviene tramite specifici strumenti ed attività. Solitamente si articola in un processo di cinque fasi, affrontate da un comitato composto dalle figure chiave all’interno dell’azienda usando la metodologia del Circular Design Thinking.
- Definizione degli stakeholder interni ed esterni. Gli stakeholder, o portatori d’interesse, sono i principali interlocutori con cui le aziende si interfacciano e i destinatari del piano. Dalla ricostruzione del proprio network di relazioni le aziende possono pianificare con maggiore cura le attività di sostenibilità, individuando nuove opportunità di dialogo e creazione di valore. Ciò anche a livello di priorità delle azioni e di soggetti cui sono rivolte, tenendo in considerazione opportunità di crescita e fonti di rischio.
- Sviluppo della matrice di materialità. Con questa analisi, le imprese identificano gli aspetti “materiali” associati alla sostenibilità più importanti per loro e per i propri stakeholder.
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Definizione di pilastri, obiettivi ed impegni. Si tratta di stabilire:
i princìpi alla base del business che costituiscono la base per lo sviluppo di specifiche attività di sostenibilità (i pilastri);
i risultati attesi dalla totalità delle varie attività (gli obiettivi);
gli esiti che si mira a conseguire con ciascuna attività pianificata (attività/impegni); - Allineamento ai Sustainable Development Goals (SDGs). Sono i diciassette obiettivi, definiti dall’ONU che tracciano il percorso da seguire per uno sviluppo sostenibile. La presenza dei SDG dimostra la volontà di partecipazione ed adesione delle aziende alla loro realizzazione.
- Redazione. L’ultima fase è la stesura del documento da presentare agli stakeholder. Serve ad esporre in modo chiaro un quadro complessivo dei processi in atto e delle attività pianificate, nonché dei loro dettagli.
4. Analisi e pianificazione nel piano di sostenibilità
La creazione del piano di sostenibilità permette alle aziende di definire e comunicare il percorso che intendono intraprendere verso la sostenibilità. Questo principio diventa così non una tendenza marginale o momentanea, ma un vero e proprio orientamento interno strategico. Questo tipo di percorso implica l’identificazione di obiettivi da conseguire attraverso concrete attività di sostenibilità pianificate con costanza e coerenza.
Perché siano rilevanti dal punto di vista della sostenibilità, la definizione degli obiettivi deve seguire i Sustainable Development Goals (SDGs) dell’ONU. Inoltre, devono essere misurabili e consentire una valutazione in-progress dei risultati delle attività presenti nel piano. Sono qui fondamentali i key performance indicator (KPI) che rilevano l’avanzamento nel percorso di raggiungimento di un traguardo dell’impresa.
5. Il ruolo della CSR nel piano di sostenibilità
Un numero sempre più elevato di imprese sta integrando la cosiddetta Corporate Social Responsibility (CSR o responsabilità sociale d’impresa). Essa comporta l’assunzione di responsabilità degli effetti negativi sulla società che possono risultare dall’operato dell’azienda. Ciò rispetto alle tre dimensioni della sostenibilità: ambientale, sociale ed economica.
Attraverso la CSR le imprese sostengono il progresso del sistema economico, sociale ed ambientale in cui agiscono. Per le aziende ciò significa la definizione di azioni, iniziative e pratiche che si impegnano ad intraprendere internamente ed esternamente. Questa intenzione trova spazio nel piano di sostenibilità aziendale, che può costituire un efficace canale di comunicazione della CSR.
6. I vantaggi del piano di sostenibilità
Il piano di sostenibilità aziendale giova al contesto sociale in cui le imprese sono presenti e le stesse attività possono trarre vantaggi importanti dalla sua realizzazione.
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Crescita dell’efficienza delle prestazioni aziendali che può riguardare:
– migliore gestione dei costi,
– impiego più oculato dei mezzi e delle risorse a disposizione,
– migliore controllo di eventuali situazioni problematiche e trasformazioni,
– incremento della qualità di prodotti e servizi. - Aumento della partecipazione di tutti gli interlocutori, sia interni che esterni, delle aziende.
- Effetti positivi sulla reputazione aziendale.
- Nuove possibilità di innovazione e sviluppo nonché economiche, dato che i consumatori ricercano sempre più imprese in linea con i loro valori e impegnate in attività rilevanti dal punto di vista della sostenibilità.