La Commissione Europea ha pubblicato il 16 aprile 2025 il nuovo piano di lavoro per il periodo 2025-2030 nell’ambito del regolamento Ecodesign for Sustainable Products (ESPR). Questo documento strategico definisce le priorità normative per la sostenibilità dei prodotti immessi sul mercato europeo, puntando a rendere l’economia dell’UE più circolare, resiliente e competitiva.

Cos’è l’ESPR e perché è strategico per la transizione green

L’ESPR è il nuovo quadro normativo che sostituisce e amplia l’ambito della precedente direttiva Ecodesign (definizione di ecodesign). L’obiettivo è quello di migliorare la sostenibilità ambientale dei prodotti durante tutto il loro ciclo di vita, riducendone l’impatto climatico e ambientale. Il regolamento si integra con strumenti esistenti come l’Energy Labelling Framework e il Clean Industrial Deal, contribuendo anche agli obiettivi della Circular Economy Act e della Competitiveness Compass.

Uno degli elementi distintivi dell’ESPR è la volontà di semplificare e armonizzare i requisiti a livello UE, riducendo gli oneri per le imprese, in particolare per le PMI.

I prodotti prioritari: chi è coinvolto e quando

Il piano identifica un primo gruppo di prodotti su cui saranno introdotti requisiti di ecodesign entro il 2030:

Prodotti finali:

  • Tessili e abbigliamento (2027)
  • Mobili e materassi (2028-2029)
  • Pneumatici (2027)

Prodotti intermedi:

  • Ferro e acciaio (2026)
  • Alluminio (2027)

Requisiti orizzontali:

  • Riparabilità (con punteggio) (2027)
  • Contenuto riciclato e riciclabilità per apparecchiature elettroniche (2029)

Requisiti orizzontali e approccio modulare

Il piano introduce un approccio modulare, con regole trasversali per gruppi di prodotti simili. Di seguito una tabella che riassume i principali requisiti orizzontali introdotti:

Requisito Descrizione Obiettivi e impatti
Riparabilità Introduzione di criteri e punteggi per facilitare la riparazione dei prodotti. Include accesso ai pezzi di ricambio, disponibilità di manuali e facilità di smontaggio. Estendere la vita utile dei prodotti, ridurre i rifiuti, supportare il diritto alla riparazione.
Contenuto riciclato e riciclabilità Obblighi minimi sull’uso di materiali riciclati e sulla progettazione per il riciclo. Promuovere l’economia circolare, ridurre la dipendenza da materie prime vergini, migliorare la gestione dei rifiuti.
Durabilità e affidabilità Introduzione di test e soglie minime di resistenza nel tempo. Possibili etichette su aspettativa di durata. Aumentare la fiducia dei consumatori, incentivare prodotti di qualità, ridurre i consumi.
Requisiti informativi (Digital Product Passport) Obbligo di fornire dati su impatto ambientale, materiali critici, sostanze pericolose, modalità di uso e fine vita. Migliorare trasparenza, tracciabilità e informazione lungo la filiera e verso i consumatori.

Il DPP sarà accessibile a consumatori, autorità pubbliche e operatori economici, garantendo la tracciabilità lungo l’intero ciclo di vita del prodotto.

 

Cosa cambia per le imprese europee

Le aziende dovranno adeguarsi a nuovi criteri di progettazione, produzione e comunicazione. Le opportunità non mancano: chi investe in innovazione sostenibile potrà accedere più facilmente a mercati pubblici e beneficiare di nuove nicchie di mercato. La Commissione prevede anche misure di supporto specifiche per le PMI.

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5. Etichettatura e informazione al consumatore

Il ruolo dell’informazione sarà centrale. L’attuale etichetta energetica verrà mantenuta e affiancata da nuove etichette ESPR. Il Digital Product Passport (articolo sul DPP) consentirà ai consumatori di accedere a dati su:

  • Impatto ambientale e carbon footprint
  • Durabilità e riparabilità
  • Presenza di sostanze pericolose

Inoltre, sarà introdotta un’etichetta armonizzata per la garanzia commerciale di durabilità, per rendere evidente la durata attesa dei prodotti.

6. Controlli e sorveglianza: come verranno applicate le regole

Per garantire l’effettiva applicazione del piano, la Commissione collaborerà con le autorità nazionali per rafforzare i controlli sul mercato. Particolare attenzione sarà data alle vendite online e ai prodotti importati, spesso non conformi.

La Commissione supporterà gli Stati Membri con strumenti digitali (come EPREL e sistemi informatici condivisi) e finanziamenti specifici (es. progetto EEPLIANT4).

7. Impatto economico e ambientale atteso

I prodotti coinvolti rappresentano circa 1.000 miliardi di euro in vendite annuali nel mercato UE e sono responsabili di oltre il 30% dell’impatto climatico dei consumi europei. L’attuazione del piano porterà:

  • Riduzione delle emissioni di CO2
  • Risparmio energetico e di risorse
  • Risparmi economici per i consumatori (fino a 736 euro l’anno per famiglia entro il 2030)

8. Cosa resta fuori (per ora): prodotti non inclusi nel piano

Nonostante fossero stati previsti nell’articolo 18 del regolamento, alcuni prodotti non sono stati inclusi in questo primo piano, tra cui:

  • Detergenti, vernici, lubrificanti
  • Calzature
  • Prodotti chimici complessi

Su queste categorie verranno avviati studi preparatori in vista di una possibile inclusione futura.

9. Prospettive internazionali e armonizzazione globale

Tutti i prodotti venduti nell’UE, anche se importati, dovranno rispettare i nuovi standard ESPR. La Commissione prevede azioni di supporto per i partner commerciali esteri, per favorire un allineamento normativo e promuovere la diffusione di pratiche sostenibili a livello globale.

Conclusione

Il piano di lavoro ESPR 2025-2030 rappresenta un passo decisivo verso un’economia più circolare e a basse emissioni. Per le imprese, significa nuove sfide ma anche grandi opportunità. Adeguarsi in anticipo a questi cambiamenti sarà fondamentale per rimanere competitivi nel nuovo scenario europeo della sostenibilità.

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