In un’epoca in cui trovare informazioni trasparenti e veritiere sulle emissioni aziendali è sempre più complesso, le EPD, o Dichiarazioni Ambientali di Prodotto, sono un’ancora di salvezza. Si tratta di documenti che segnalano l’impegno di un produttore nel misurare l’impatto ambientale dei propri prodotti e servizi riportandoli in modo chiaro e conciso.
Le prestazioni ambientali del prodotto vengono infatti descritte a partire dallo studio del ciclo di vita, misurando gli impatti della produzione, del consumo e dello smaltimento.
Vediamo nello specifico cos’è l’EPD, come si struttura, e soprattutto perché è fondamentale per tutte le aziende che hanno o vogliono intraprendere un percorso di sostenibilità certificato e trasparente.
1. Cos’è una EPD?
La Dichiarazione Ambientale di Prodotto EPD, dall’inglese Environmental Product Declaration, è una certificazione ambientale che in un documento descrive gli impatti legati alla produzione di un prodotto o servizio. L’EPD è quindi strettamente legato all’LCA, ovvero lo studio del ciclo di vita. Implica infatti una previsione dei consumi energetici, dell’impatto delle materie prime e delle emissioni in atmosfera lungo tutto il ciclo di vita del prodotto. I dati forniti da questo documento sono quindi comparabili, oggettivi e soprattutto verificati.
Il Sistema EPD International è il programma di riferimento sulle dichiarazioni ambientali, normate da ISO 14025 (etichette e dichiarazioni ambientali di Tipo III), ISO 14040 e ISO14044 (LCA), e EN 15804 (standard europeo per LCA).
1.1 Quali caratteristiche ha la Dichiarazione Ambientale di Prodotto?
Se vogliamo riassumere le caratteristiche delle EPD, possiamo dire che:
- si basano su standard internazionali, come appunto l’ISO 14025;
- le valutazioni considerano l’intero ciclo di vita di beni e servizi, a differenza della maggior parte delle etichette ecologiche e autodichiarate;
- l’Environmental Product Declaration può essere utilizzato per tutti i tipi di beni e servizi;
- contengono informazioni ambientali verificate, il che conferisce credibilità alle dichiarazioni presenti nel documento;
- si basano su un quadro solido e trasparente perché le istruzioni del programma e i documenti registrati sono tutti pubblici;
- forniscono informazioni comparabili all’interno dello stesso gruppo di prodotti;
- si basano sulle regole della categoria di prodotto (PCR) che delineano gli step della valutazione del ciclo di vita su cui va basata la certificazione.
2. Come creare una EPD?
Come già accennato, alla base della Dichiarazione Ambientale di Prodotto c’è il LCA, ovvero il Life Cycle Assessment, che consente di avere una panoramica dei consumi che vanno dalla produzione al fine vita durante tutto il ciclo di vita del prodotto.
Per ottenere la certificazione EPD, quindi, bisogna seguire un iter specifico. Di seguito le 5 fasi di sviluppo per comprendere il processo di preparazione.
2.1 Verificare la disponibilità delle PCR (Product Category Rules)
Per prima cosa va verificata la disponibilità delle PCR (Product Category Rules), cioè le regole di riferimento per condurre l’analisi del ciclo di vita per la propria categoria di prodotto. Prima di sviluppare una EPD, è quindi necessario scegliere una PCR adeguata.
La PCR utilizzata deve essere elencata nel Sistema Internazionale EPD ed essere valida al momento della verifica.
Se non esiste una PCR per la categoria di prodotto di interesse, questa sarà sviluppata coinvolgendo i principali stakeholder, il tutto attraverso la mediazione del Program Operator.
L’iter da seguire, per l’approvazione della PCR, consiste in:
- fare richiesta ufficiale al Program Operator Epditaly
- identificare la propria categoria di prodotto
- coinvolgere gli stakeholder
- redigere la PCR
- pubblicare e rendere pubblica la consultazione
- revisionare e pubblicare definitivamente.
2.2 Effettuare il LCA (Life Cycle Assessment) di prodotto
Per procedere con la stesura della Dichiarazione Ambientale di Prodotto è necessario avere il report LCA. Come accennato, si tratta di un documento che costituisce la base non solo per l’EPD, ma in generale per un’ampia serie di azioni orientate alla sostenibilità dei prodotti e delle filiere. Lo studio LCA può essere eseguito dall’organizzazione stessa o con l’aiuto di un consulente esperto in LCA e dichiarazioni ambientali.
Lo studio LCA implica diverse fasi:
- definizione dell’obiettivo e del campo di applicazione, in cui si individuano l’unità funzionale (l’unità di riferimento per ogni dato raccolto ed elaborato) e i confini del sistema (fasi e processi da includere nell’analisi);
- analisi di inventario, per misurare i flussi entranti e uscenti nell’arco dei confini del sistema e raccogliere i dati;
- valutazione dell’impatto, in cui si associano i flussi individuati ai relativi impatti sull’ambiente;
- interpretazione, in cui si valutano gli esiti per individuare ed elaborare i più significativi in base allo scopo principale.
Lo studio LCA deve essere conforme a:
- i principi, il quadro di riferimento, la metodologia e le pratiche di LCA accettati a livello internazionale e stabiliti dalle norme ISO 14040 e ISO 14044,
- lo scopo generale delle EPD nella raccolta dei dati e i metodi e le ipotesi utilizzati;
- le Product Category Rules (PCR) applicabili alla categoria di prodotto.
Vuoi una panoramica sull’LCA per sapere di cosa si tratta? Leggi le domande più frequenti.
2.3 Procedere con la stesura
I risultati dello studio LCA e le altre informazioni richieste dalla PCR di riferimento e dal programma devono essere compilati nel formato di rendicontazione EPD.
Il Sistema Internazionale EPD include i requisiti per il formato di rendicontazione in termini di contenuti, mentre è consentita una certa flessibilità nella formattazione e nel layout, purché il documento includa comunque le informazioni prescritte.
Come regola generale, il contenuto:
- deve essere in linea con i requisiti e le linee guida della norma ISO 14020;
- deve essere verificabile e accurato;
- non deve includere valutazioni, giudizi o confronti diretti con altri prodotti;
2.4 Accreditamento
I documenti redatti vengono inviati a un ente terzo approvato o a un organismo di certificazione accreditato che funga da organismo di controllo. Si tratta di un soggetto indipendente che si occupa dell’eventuale convalida e del rilascio della certificazione di prodotto. Il soggetto terzo può poi procedere alla richiesta di registrazione e pubblicazione dell’EPD presso il Program Operator, così da acquisire il diritto all’uso del logo.
2.4.1 Verifica e certificazione: quali sono i soggetti terzi indipendenti?
La verifica da parte di un soggetto terzo indipendente è un requisito fondamentale per la convalida dell’EPD.
Esistono due tipi di verificatori per questo processo:
- organismi di certificazione accreditati
- verificatori individuali approvati.
Al momento, in Italia Accredia è l’unico ente nazionale di accreditamento designato dal governo italiano ad attestare la competenza e l’imparzialità degli organismi di certificazione e verifica, anche per la Dichiarazione Ambientale di Prodotto.
2.5 Registrazione e pubblicazione
Dopo aver completato la verifica, l’organizzazione che sviluppa la EPD deve registrarla nel portale dedicato insieme ad altra documentazione obbligatoria.
3. Quali sono gli indicatori ambientali utilizzati nelle EPD?
Come già accennato, le EPD forniscono dati delle performance ambientali relative alla produzione di un prodotto o servizio.
Per verificare l’impatto si fa ricorso a tutta una serie di indicatori, tra i quali:
- GWP (Global Warming Potential): si tratta del potenziale di riscaldamento globale ed esprime il contributo dell’impresa all’effetto serra mediante le emissioni di gas serra delle sue attività. Il biossido di carbonio (CO2) è stato scelto come gas di riferimento con un GWP pari a 1. Gli altri gas serra sono valutati in termini del loro potenziale di riscaldamento globale rispetto al CO2;
- emissioni di gas serra: si tratta di gas emessi nell’atmosfera durante tutto il ciclo di vita di un prodotto e che generano l’effetto serra;
- consumo idrico: si tratta di un indicatore di consumo di acqua industriale. Molti settori richiedono enormi quantità di acqua per far funzionare il ciclo produttivo;
- emissioni di particolato e polveri sottili: quantità di polveri sottili immesse nell’aria a causa della produzione aziendale e che contribuiscono all’inquinamento atmosferico;
- produzione di rifiuti: si fa riferimento alla quantità e varietà di rifiuti dovuti alla produzione e ai diversi contesti d’uso del prodotto/servizio.
4. Quali sono i vantaggi dell’EPD per le aziende?
L’Environmental Product Declaration implica numerosi vantaggi per le aziende, motivo per cui sono moltissime le imprese che stanno tentando di certificare i loro prodotti e servizi. Tra i vantaggi abbiamo:
Ottimizzazione dei processi produttivi e riduzione dei costi
La certificazione EPD può portare a identificare aree in cui è possibile migliorare l’efficienza e ridurre i costi di produzione. Le aziende con prodotti certificati EPD possono utilizzare la certificazione come un punto di forza nei confronti della concorrenza, dimostrando l’impegno per la sostenibilità e l’attenzione per l’ambiente. Inoltre, l’EPD è riconosciuto a livello globale, agevolando quindi l’accesso ai mercati internazionali.
Comunicazione più trasparente delle prestazioni ambientali
Le EPD aiutano le aziende a monitorare e documentare i progressi verso obiettivi di sostenibilità specifici e a identificare aree in cui è necessario migliorare. In questo modo è possibile comunicare in modo chiaro, trasparente ed oggettivo le prestazioni ambientali lungo tutta la filiera produttiva.
Valorizzazione del brand aziendale
La certificazione può contribuire a migliorare l’immagine aziendale e a rafforzare la reputazione come azienda sostenibile e socialmente responsabile. Inoltre, lo sviluppo di questo documento richiede il coinvolgimento di stakeholder esterni. Ciò può promuovere una maggiore trasparenza e dialogo con i vari attori della catena del valore.
Contributo ai protocolli di sostenibilità
Tra i vantaggi che offre l’EPD va considerata anche la possibilità di ottenere crediti per i protocolli di sostenibilità, come per esempio LEED V4, Leadership in Energy and Environmental Design.
Supporto agli acquisti sostenibili
Le certificazioni EPD supportano i consumatori nella transizione verso acquisti green, guidando il pubblico verso scelte più sostenibili.
Se un prodotto è certificato EPD, un consumatore ha accesso liberamente alle prestazioni ambientali dei prodotti facendo scelte più consapevoli grazie alle informazioni chiare e oggettive sulle prestazioni ambientali di un prodotto.
5. Applicazioni pratiche dell’EPD: quali settori aziendali possono fare la certificazione?
Questo tipo di certificazione è adatto a tutti i contesti aziendali. Le EPD sono molto frequenti in settori come:
- Edilizia e costruzioni
- Alimentare e agricoltura
- Elettronica e tecnologia
- Automotive
- Tessile e abbigliamento
- Energia e utilities
- Prodotti chimici e farmaceutici
- Mobili e arredamento
- Imballaggi
- Cosmetici
- Ristorazione e alberghi.
In sintesi, la certificazione è valida per qualunque settore offra prodotti e servizi per calcolare le emissioni durante l’intero ciclo di vita.
6. Conclusioni: l’importanza della certificazione EPD
Il percorso per le EPD è sicuramente lungo, ma riassumendo possiamo dire che:
- si tratta di una certificazione regolamentata da standard internazionali;
- l’Environmental Product Declaration può essere utilizzato per tutti i tipi di beni e servizi;
- il documento si sviluppa seguendo un iter di cinque step;
- considera specifici indicatori ambientali;
- per la registrazione è necessario rivolgersi a organismi e verificatori approvati.
Questa certificazione è un grande vantaggio sia nel B2B che nel B2C, permettendo di avere informazioni affidabili e verificabili lungo tutta la catena produttiva da comunicare agli stakeholder. Tutto ciò che serve per avere una certificazione è il supporto di un esperto e la voglia di intraprendere un percorso sostenibile e che ti aiuti a guadagnarci in reputazione e in vantaggio competitivo.
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